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I tirocini curriculari formativi accrescono le chance occupazionali: il rapporto Almalaurea
Il curriculum dei neolaureati si sta arricchendo sempre più di esperienze che spaziano dallo studio all’estero ai tirocini curriculari fino al lavoro durante gli studi.

- Mauro Melis
- 18 Aprile 2018
Il curriculum dei neolaureati si sta arricchendo sempre più di esperienze che spaziano dallo studio all’estero ai tirocini curriculari fino al lavoro durante gli studi. Si tratta di esperienze che, oltre ad arricchire il bagaglio formativo personale del laureato, vengono valutate positivamente anche dalle aziende in occasione dell’inserimento lavorativo. Queste attività sono state negli anni incentivate a livello europeo grazie a programmi quali il Lifelong Learning Programme (2007-2013) e l’Erasmus+ (2014-2020).
La diffusione delle esperienze di studio all’estero fra i laureati è aumentata negli ultimi anni, soprattutto nell’ambito dei programmi dell’Unione europea. La partecipazione ai programmi di studio all’estero varia apprezzabilmente in funzione della disciplina di studio. Gli studenti provenienti dai contesti familiari meno favorevoli dal punto di vista socio-culturale continuano ad avere meno chances sul piano della mobilità internazionale.
I tirocini curriculari sono decisamente molto diffusi tra i laureati del 2016: il 56% dei laureati dichiara di aver svolto un’esperienza di tirocinio formativo durante il percorso di studi, con differenze evidenti tra i diversi ambiti disciplinari.
Lo svolgimento di attività lavorative contestualmente alla frequenza di un corso di laurea comporta un differente approccio all’esperienza universitaria. I lavoratori-studenti sono più numerosi nell’area delle scienze umane e sociali e nel Centro-Nord.
Fare esperienze nel corso degli studi universitari incrementa le opportunità professionali dell’8% già a un anno dal titolo. Il 57% dei laureati le ha fatte e nel 70% dei casi le considera estremamente positive, in particolare se svolte all’estero. Bologna, 13 aprile 2018 – Il 57% dei laureati del 2016 ha svolto tirocini nel corso degli studi, erano il 44% nel 2006 e addirittura solo il 20% nel 2002: esperienze dunque quasi triplicate rispetto alla situazione pre-riforma. Un’opportunità che, a parità di ogni altra condizione, accresce le chance occupazionali già a un anno dal titolo dell’8%.
Il Rapporto AlmaLaurea sul Profilo dei Laureati mostra che i tirocini curriculari hanno riguardato il 59% dei laureati di primo livello, percentuale che sale al 68% se si considerano coloro che non intendono proseguire gli studi e scende invece al 53% tra coloro che hanno deciso di continuare la formazione universitaria.
Le esperienze di tirocinio hanno interessato il 41% dei laureati magistrali a ciclo unico e il 58% deimagistrali biennali. In particolare, tra questi ultimi, un ulteriore 12,5% non ha svolto tirocini nel biennio di studi conclusivo ma li aveva svolti nel corso del primo livello: di conseguenza 71 laureati magistrali biennali su cento dispongono di esperienze di tirocinio nel proprio bagaglio formativo.
A livello di gruppo disciplinare, hanno svolto un maggior numero di stage e tirocini i laureati degli indirizzi insegnamento (89%), professioni sanitarie (82%), chimico-farmaceutico ed educazione fisica (entrambi 81%) e geo-biologico (77%). Tra i laureati di ingegneria tale percentuale scende al 40% e nel gruppo giuridico arriva solo al 17%.
A livello territoriale, sono i laureati degli atenei del Nord ad aver svolto più esperienze di tirocini curriculari rispetto a coloro che hanno conseguito il titolo in un’università del Centro o del Mezzogiorno: rispettivamente 60% contro 53% e 55%; differenze simili si registrano tra atenei di piccola-media dimensione (64%) e quelli di grandi dimensioni (55%).
Le attività lavorative già svolte e riconosciute solo successivamente dal corso costituiscono il 15% del totale delle attività di tirocinio e riguardano in particolare i laureati dei gruppi linguistico (26%), politico-sociale, giuridico ed economico-statistico (tutti e tre 25%); sono al di sotto del 5% invece tra i laureati delle professioni sanitarie e del gruppo chimico-farmaceutico.
Le attività di tirocini curriculari organizzate dal corso di laurea sono svolte in maggioranza al di fuori dell’università (65%). I laureati del geo-biologico e di medicina e odontoiatria invece le hanno svolte prevalentemente presso l’università (rispettivamente 52% e 49%). I tirocini sono stati di durata superiore alle 400 ore per 25 laureati su cento che hanno svolto queste esperienze all’interno del corso di studi: si tratta soprattutto dei laureati dell’area tecnico-scientifica (rispetto a quelli dell’area delle scienze umane e sociali) e dei laureati magistrali a ciclo unico (il 52%, tra questi ultimi, ha svolto un tirocinio di durata superiore a 400 ore).
Il 5% dei tirocini organizzati dal corso di studi viene svolto all’estero, in larga misura accedendo a un programma europeo di Erasmus Placement. Sono maggiormente diffusi tra i laureati magistrali biennali (9%) e i magistrali a ciclo unico (7%); superano il 15% tra i laureati del gruppo linguistico e il 12% tra quelli di medicina e chirurgia.
Per 70 laureati su cento l’esperienza di tirocinio si è rivelata decisamente positiva, in particolare se svolta all’estero, mentre il servizio di supporto offerto dall’Ateneo è ritenuto pienamente soddisfacente da poco più del 40% dei laureati.
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